In attesa del Calvario, il Carnevale ha preso il sopravvento sulla festa della donna a Petilia Policastro. Dimenticato dalle Istituzioni il sacrificio di Lea Garofalo.
Bissata, a Petilia Policastro, la festa di Carnevale a cura della Proloco "Perseo" del presidente Ciccio Lazzaro che considerata la pioggia di domenica 2 marzo ha ripetuto, anche se in forma ridotta per l'assenza dei carri, l'appuntamento in piazza Filottete in collaborazione con le associazioni "Acp", "Natess", "Moto Club i Disobbedienti" e "Avis". Sono stati tanti i bambini che, accompagnati dalle proprie famiglie, hanno trascorso alcune ore di serenità con le proprie maschere ed una marea di coriandoli, gustando della musica ed i panini dello stand gastronomico. In una realtà come quella policastrese, in cui gli appuntamenti di socialità sono davvero pochi particolarmente per le nuove generazioni, l'iniziativa della Proloco e patrocinata dall'Aministrazione comunale, in una giornata quasi primaverile, ha consentito l'opportunità di trascorrere in allegria alcune ore. In attesa dell'appuntamento clou dell'anno liturgico, il Calvario del Secondo Venerdì di Marzo che si svolgerà il 14 e per il quale sono già tornati alcuni emigrati, nonostante i ristoranti pieni, è passata in sordina la festa della donna che, non solo per il disegno di legge con il quale "il femminicidio" diventerà reato punibile con l'ergastolo, nella Cittadina dell'Alto Marchesato Crononese assume particolare rilevanza. Era il 24 novembre del 2009 quando Lea Garofalo, l'unica collaboratrice di giustizia petilina, veniva uccisa a Monza ed il suo corpo sciolto nell'animo. Per un lungo periodo di tempo, nonostante i suoi uccisori sono stati condannati all'ergastolo alla fine di un lungo processo, al contrario di ciò che accade un po' in tutt'Italia, della sua morte non si riusciva a parlare né a Petilia né nella frazione di Pagliarelle dove Lea era nata e vissuta per buona parte della sua breve vita. Probabilmente, anche perché il suo fu uno degli ultimi omicidi di una violenta faida che ha quasi annientato due famiglie di 'ndrangeta.
Poi, nel 2014, da un'intuizione dell'allora sindaco Amedeo Nicolazzi, è nata in onore di Lea la "Giornata del Coraggio Femminile" che, fino alla pandemia del Covid, nel primo sabato di maggio, ha rappresentato un appuntamento di rilevanza nazionale, non solo per ricordare la collaboratrice di giustizia, ma anche per premiare quelle donne coraggiose che col proprio lavoro si sono fatte onore dando lustro all'Italia intera. Poi il cambio della Amministrazione comunale e la decisione dei nuovi Amministratori di annullare l'iniziativa da emarginare in una sorta di "damntaio memoriae" della precedente gestione cittadina. Poi, nel luglio 2023, la storia cittadina ha registrato la grave gaffe dell'Amministrazione comunale del sindaco Simone Saporito che con un manifesto pubblico ha voluto esprimere la propria solidarietà per la morte nel carcere "Opera" di Milano di Rosario Curcio: uno degli uccisori di Lea. A distanza di circa tre anni, il putiferio che per quel manifesto si è registrato a livello nazionale è stato archiviato anch'esso archiviato nel dimenticatoio tanto che il Ministero dell’Interno non ha ancora risposto alla interrogazione della parlamentare emiliana Stefania Ascari (M5S) presenta nel luglio del 2023. Più grave ancora del ritardo governativo nel rispondere all'interrogazione il fatto che a Petilia Policastro agli Amministratori attuali non è nemmeno venuta la voglia di sostituire la "panchina rossa" vandalizzata nel marzo del 2023 quando nella villetta "Albert Sabin" dove nel 2014 è stato posto il monumento in onore di Lea tanto che sarebbe lecito domandarsi se il femminicidio sia reato anche a Petilia Policastro.
Francesco Rizza
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