Petilia Policastro e la sconfitta dell'antimafia militante. La tabella del Coraggio Femminile? non importa a nessuno.

 Potrebbe anche interpretata come la sconfitta dell'antimafia militante la vicenda della mancata sostituzione, a Petilia Policastro,  della tabella "Petilia Policastro Città del Coraggio Femminile" da circa due mesi bruciaccata ufficialmente dal sole nei pressi del bivio di San Liborio sulla provinciale n°36 e non ancora sostituita. Ad alcuni giorni dalla segnalazione della delle pessime condizioni della tabella la stessa è stata smontata ma a distanza di più settimane,  nell'indifferenza generale,  non è stata ancora sostituita.

 "Farà la fine - dicono alcuni - della Giornata del Coraggio Femminile completamente scomparsa dalla programmazione cittadina dopo che per sei edizioni ha portato Petilia alla ribalta nazionale commemorando la collaboratrice di giustizia Lea Garofalo e premiando alcune donne coraggiose, oppure si aspetta che il Governo nazionale trovi il tempo di rispondere, dopo poco più di due anni, all'interrogazione parlamentare sui sontuosi funerali in stile Casamonica di uno degli uccisioni di Lea che hanno registrato la solidarietà dell'amministrazione comunale cittadina".  Se si ricorda questo scabroso precedente che registrò  una indignazione generale con dure prese di posizione a livello nazionale compresa quella di Paolo Borsellino,  in un Comune normale la sostituzione della tabella  si sarebbe registrata in tempi brevi, ma nella cittadina dell’Alto Marchesato Crotonese a quasi quattro anni dell'elezione della nuova Amministrazione comunale,  la "Giornata del Coraggio Femminile " e la sua tabella sono probabilmente ancora viste come "altro da sè" dalla nuova Amministrazione civica secondo cui, evidentemente,  le iniziative della precedente Giunta comunale sono viste come realtà da demonizzare.  Il ricordo di Lea? Basterà la collocazione di un mazzo di fiori al monumento in suo onore nel prossimo mese di novembre con diretta social e comunicati stampa alle redazioni giornalistiche.

Francesco Rizza