La rivoluzione di Giuseppe Caruso e Manuela Arminio, sognatori policastresi, raccontata in un libro.
L'esperienza ed i pensieri di Giuseppe Caruso, giovane artista policastrese da oltre 40.000 follower, che ha trasformato vico Leone abbellendolo con una serie di murale dandogli notorietà anche fuori Regione è da pochi giorni diventata un libro. Edito e distribuito dalla piattaforma di Amazon, la pubblicazione è intitolato "Un Paese non è come lo vedi, un Paese è come Lo vivi". Se negli ultimi giorni la pubblicazione è arrivata nell'editoria "Il Ghirigoro" di Piazza Filottete, la notizia delle ultime ore è che Giuseppe è stato invitato a presentarlo a Dortmund e Colonia, in Germania, dove da diversi lustri ormai vive Rosita dia dello stesso artista e docente di lingua italiana. Davvero una bella notizia per la cittadina dell'Alto Marchesato Crononese, da tempo rinchiusa nella propria marginalità ed in cui nella Biblioteca comunale "Nino Cosco" si svolgono diverse benefiche attività ma da troppo tempo non vengono presentati libri. Quella di Giuseppe Caruso e della consorte Manuela Arminio, sua musa ispiratrice responsabile dell'unico Centro linguistico cittadino che consente a numerosi giovani di coronare i propri studi in alcuni viaggi di istruzione in Inghilterra. L'idea di trasformare vico Leone nel vicolo dei Murales è venuta a Giuseppe nel periodo del Covid dove la necessità di molti è stata quella di sfuggire alla noia.
Col trascorrere del tempo al primo dipinto se ne sono uniti altri ed in una casupole abbandonata ricevuta in dono è sorta una biblioteca "libera" nel senso che chiunque può prendere in prestito dei libri senza neppure doversi registrare: un'altra idea eretica di Giuseppe e Manuela che ormai raccoglie migliaia di libri ricevuti in dono anche da Petilini emigrati che con le proprie donazioni ravvivano il proprio legame e la propria appartenenza con Petilia Policastro. Come spiega lo stesso Giuseppe il suo libro è una raccolta di racconti, buona parte dei quali già pubblicati sui social. "Ci sono le parole di gente che ricorda il mio paese com’era 60 anni fa, quando era appena finita la guerra e venne un prete a prendere molti bambini per portali al nord e offrirgli un futuro migliore. Ci sono le parole di ragazzi che lo hanno lasciato ieri l’altro. Le storie di mio nonno e dei suoi amici. Quelli più anziani che quando entrano in chiesa o in casa si levano il cappello per rispetto. E poi ci sono io, c’è mia moglie Manuela, c’è tutta la mia gente. Una piccola raccolta di racconti di un piccolo paese dove vivo, nel quale involontariamente abbiamo realizzato un grande gioco, il gioco della gratuità, il gioco del dono. Un gioco che piace a tanta gente". Ed il sogno di Giuseppe è Manuela continua a materializzarsi col progetto, fino ad oggi non capito dalle Istituzioni, di rendere più bella, conosciuta ed accogliente la cittadina un tempo capofila del Marchesato Crononese.
Francesco Rizza
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