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Chiusura del Centro dell'impiego di Petilia Policastro, nel silenzio della Amministrazione comunale, il Presidente del Consiglio regionale e la Cgil non ci stanno.


Mentre dall' Amministrazione comunale del sindaco Simone Saporito non si registrarono prese di posizione ufficiale sulla chiusura del Centro dell'impiego di Petilia Policastro, a margine della presa di posizione del circolo cittadino del Petilia Policastro, sono il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e la Cgil regionale del segretario regionale Gianfranco Trotta a scendere in campo a difesa dell' alto Marchesato Crotonese. Addirittura per il Presidente del Consiglio regionale, espressione della Lega, nonostante la delibera della Giunta regionale, quella della chiusura del Centro dell'impiego policastrese nonostante i suoi impiegati hanno già preso servizio a Crotone è ancora una "ipotesi da scongiurare e spiegando la propria presa di posizione aggiunge che "ilcentro per l’impiego di Petilia Policastro è un importante punto di riferimento per un bacino che comprende circa 30 mila residenti che, nell’ipotesi di chiusura assolutamente da scongiurare, avrebbero enormi difficoltà a raggiungere l’ufficio di Crotone. Nei prossimi giorni valuteremo meglio e con la massima attenzione l’intera problematica, ma è indubbio che ogni decisione va commisurata alle reali esigenze dei territori e che deve essere in linea con gli obiettivi assegnati dal Piano Straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro, che mette a disposizione delle Regioni importanti risorse finanziarie sia per nuove assunzioni che per il potenziamento e la riqualificazione delle strutture". Il ritiro della della delibera e un incontro urgente con il presidente della Regione Roberto Occhiuto ė quanto chiedono il neo segretario regionale della Cgil Calabria Gianfranco Trotta e la Segretaria Generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari. “Ancora una volta - denuncia la Cgil regionale – si produce un atto la cui finalità, invece che produrre il benessere dei dipendenti di questi uffici per il lavoro e migliorare i servizi ai cittadini, lede la tranquillità e la dignità dei lavoratori e riduce i servizi agli utenti. La sede locale di Petilia Policastro da più di 20 anni è punto di riferimento di un bacino di utenza di circa 25mila persone, che oggi si vuole dirottare al Centro per l’Impiego di Crotone, sottovalutando il disagio che si arrecherà e il rischio al quale si sottoporrà l’utenza costretta a percorrere arterie di montagna poco sicure per circa 50 chilometri, tenuto conto che la nuova “Strada del Mare” ha ridotto solo di 10 minuti la distanza dal comune di Crotone e la SS-106 è da sempre considerata la “strada della morte”. 
Nel comunicato stampa della Cgil si spiega come la chiusura del Centro dell'impiego di Petilia "non considera certamente e sorvola sulle condizioni delle migliaia di persone che usufruiscono dei servizi erogati dalla sede locale dei Cpi di Petilia Policastro, ovvero di chi accede alle misure di sostegno al reddito, che sono persone a rischio povertà, o gravemente svantaggiate, o che vivono in famiglie con intensità di lavoro molto bassa. Come farà questo target di utenza a recarsi periodicamente e agevolmente al Centro per l’impiego al fine di ottemperare agli obblighi di legge dettati dalle diverse misure in essere? Inoltre -- sottolinea la Cgil - quanto deliberato va in contrasto con il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego approvato lo scorso 30 settembre e volto a consentire una efficace erogazione dei servizi per l’impiego, come nel 2022 con gli obiettivi del Programma GOL che mira a livello ministeriale ad aumentare l’occupazione, a ridurre l’inattività lavorativa e fronteggiare il disagio sociale, intensificando la prossimità dei servizi ed incrementando la diffusione capillare dei CPI sul territorio. Da anni – rimarcano Trotta e Baldari – chiediamo ripetutamente la valorizzazione del personale e dei servizi erogati dai Centri per l’Impiego, consapevoli dell’importanza sul nostro territorio, più che in altri, di presidi pubblici atti a fronteggiare il disagio sociale ed economico che caratterizza in particolar modo le aree dell’entroterra e periferiche, ove la progressiva riduzione dei servizi favorisce il tanto contestato e preoccupante spopolamento”.,A preoccupare la Cgil regionale anche l’allegato alla delibera che paventa l’apertura di altre tipologie di sportelli per target d’utenza, qualora se ne ravvisi la necessità a seguito di accordi con soggetti terzi: “Se fosse questa la direzione non intendiamo soprassedere e chiediamo un cambio di rotta che non sia mera propaganda, ma che esprima realmente la volontà di gratificare tutti i lavoratori, sempre più disorientati, e che rispetti le esigenze reali della collettività. Chiede, pertanto, la revoca immediata della delibera in oggetto e reitera la richiesta di un incontro urgente”.
Francesco Rizza 

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