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Petilia, le perdite di acqua e la poca voglia di indignarsi.

"Se l'acqua continua a mancare nelle nostre case, andiamo a riempire le bottiglie sotto il Comune vecchio". La popolazione policastrese inizia a reagire con umorismo alla mancanza di acqua nelle case cittadine ed a quella sorgiva a cielo aperto che da più mesi è sotto gli occhi di tutti nei pressi del vecchio Municipio da tempo  in ristrutturazione,  a pochi metri dalla centrale piazza Filottete dove una perdita di acqua potabile continua a scorrere almeno da giugno. Nel rimpallo fra il Comune e la Congesi, c'è stato qualche sopralluogo,  si è anche fatto qualche scavo; ma l'acqua continua a scorrere con buona pace dei residenti. Nessuno ha il coraggio di protestare "sono stato più volte al Comune- ammette un anziano elettore della maggioranza comunale,  perché nei piccoli Centri ognuno sa tutto o quasi tutto degli altri - mi ha promesso che se la vede lui, ma la perdita è ancora al suo posto". Col rischio che l'acqua si infiltra nelle mura delle case e crei qualche problema. "Chissà se con un tuo articolo - aggiungono gli anziani residenti di Corso Roma - qualcuno si vergogna ed interviene. Tanto tu con loro te la sei già guastata". Quasi che un cronista che racconta questi nostri Paesi lo faccia per quastarsela con qualcuno". 

Basta alzare gli occhi dalla perdita di acqua potabile, se fosse una fogna non sarebbe così pulita, ed ecco sulla parete del Comune vecchio la targa commemorativa della terza "Giornata del Coraggio Femminile" quella del 1917 quando la commissione dell'evento allora presieduta da Alberto Fico,  docente del Liceo e storico cittadino, ga voluto ricordare a 100 anni di distanza la "Rivolta delle Frascare". La Prima Guerra Mondiale  non era ancora finita e gli impiegati ed amministratori comunali  ritardavano a consegnare alle famiglie dei soldati al fronte.  Con una fame che si tagliava col coltello, le donne che avrebbero dovuto vendere ai forni a legna per qualche lira preferirono ammassati davanti al Comune e dar loro fuoco. Evidentemente la rabbia e situazione economica era molto più grave dell'odierna,  ma la popolazione del Crotonese contnuava a mantenere la propria dignità. Col coraggio di metterci la faccia quando si riteneva di essere nel giusto e di aver qualche motivo per lamentarsi.
Francesco Rizza 

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