Era il marzo del 2023 quando nella villetta "Albert Sabin" conosciuta come "Petra Sparata" fu incendiata la "panchina rossa" il simbolo contro la violenza contro le donne. Il luogo dove era stata posta la panchina era fra i più evocativi: a pochi metri dal monumento inaugurato nel maggio del 2014 nel corso della prima edizione della "Giornata del Coraggio Femminile" prima edizione di una manifestazione ideata dall'Amministrazione comunale del sindaco Amedeo Nicolazzi per ricordare Lea Garofalo, paladina della lotta alla'ndrangheta, uccisa dai suoi stessi familiari a Monza nel novembre 2009. In una cittadina che non vuole fare pace con la propria memoria, particolarmente quella recente, 17 lunghi mesi non sono bastati a sostituire la panchina incendiata con una nuova. Nonostante nel corso di una manifestazione il Professionale del Legno e dell'arredamento di Petilia Policastro ha inteso regalare all'attuale Amministrazione comunale una "panchina rossa" la stessa sembra essere stata collocata nel chiuso degli uffici comunali invece di collocarlo, come forse sarebbe stato preferibile, presso la villetta "Sabin". La mancanza di attenzione nei confronti del monumento in onore di Lea Garofalo, fra le altre cose realizzato dall'artista Romolo Rizzuti attualmente consigliere comunale di maggioranza a Petilia Policastro, assume un sapore particolare alla luce della "gaffe " dell'Amminisrazione comunale cittadina che nel luglio del 2023 ha espresso la propria solidarietà per la morte di Rosario Curcio, ergastolano nel carcere "Opera" di Milano fra i responsabili dell'omicidio di Lea. Vero è che sulla stessa solidarietà, nonostante il risalto mediatico, il Governo Meloni non ha ancora risposto alla interrogazione della parlamentare Stefania Ascari (M5S) del 4 agosto 2023, ma ciò non vuol dire che su certi eventi Petilia abbia il diritto di dimostrare tutta questa apatia.
Francesco Rizza
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