"Amedeo Nicolazzi sia assolto". L'ha chiesto l'avvocato Ioppoli della difesa nel processo "Sistema Petilia".
Amedeo Nicolazzi, imprenditore e e sindaco di Petilia Policastro al secondo mandato, andava delegittimato e "politicamente" distrutto. Anche perché nelle Regionali che elessero presidente della Regione Jole Santelli sfiorò per solo 170 voti l'elezione nella lista di Fdi partito cui aveva aderito da poco e che mai, a Petilia, aveva sommato tutti i consensi che lui aveva raccolto. Adesso che il processo "Sistema Petilia" partito con le indagini che il 16 aprile 2021 portarono l' ex Sindaco ai domiciliari mentre era ricoverato al "Gemelli" per il Covid volge al termine, quella che già all'inizio della vicenda politico giudiziaria era la sensazione di molti inizia a sembrare sempre più vicina alla realtà; almeno in quella processuale che si sta ricostruendo nel Tribunale di Crotone . In quella notte di primavera, i Carabinieri si recarono presso le abitazioni del Vice Sindaco Vincenzo Ierardi e di due giovani impiegati comunali intimando loro l'ordine di dimora fuori Provincia: era questa la richiesta del pubblico ministero Alessandro Rho che , per lo stesso Sindaco, aveva chiesto una condanna ad otto anni e due mesi. I supposti reati, oltre alla violenza sessuale, erano quelli di abuso di potere e peculato ma col trascorrere del tempo le prove anche per gli altri 11 indagati si stanno sgonfiate, tanto che per molti di loro la difesa ha chiesto l'assoluzione. L'unica condanna sino ad oggi inferta, dopo uno strano pattinaggiamento richiesto forse per cristallizzare e rafforzare le accuse verso l'intera Amministrazion,, è stata quella per Franca Costanzo coinvolta pure nel processo "Eleo" al clan di 'ndrangeta della frazione di Pagliarelle cui l'allora sindaco aveva ritirato le deleghe, alcune settimane prima del suo arresto. A difendela Mario Saporito, ex sindaco anch'esso, penalista e padre dell' attuale primo Cittadino, Simone, che nelle Comunali dell'ottobre 2021 ha avuto gioco facile a sbaragliare l'avversario in una delle campagne elettorali più brutte che ricordiamo. L'attuale Sindaco ha accusato più volte nella campagna elettorale la lista contaposta alla sua di essere la continuità "mascherata" dell' Amministrazione uscente. L'accusa più infamante per Nicolazzi era quella di violenza sessuale. Nell' udienza dello scorso 17 aprile Vincenzo Ioppoli, uno dei difensori dell' Ex Sindaco, ha però sottolineato che "non c'è stata alcuna violenza sessuale di Amedeo Nicolazzi perché la donna che l'accusa di aver subito gli abusi è risultata non attendibile. Non mi ha mai toccato - ha dichiarato la donna ad un Maresciallo dei Carabinieri - non c'è stata violenza ma solo avances. Le intercettazioni ambientali - ha aggiunto Ioppoli - hanno smentito la signora"..Al di là di come finirà il processo, le 11 sentenze sono attese per il prossimo maggio, quella che nella Cittadina dell' Alto Marchesato Crotonese non si recupererà facilmente è quella pacificazione fra i due schieramenti politici ancora contrapposti come "Guelfi" e "Ghibellini". Ad inquinare il tessuto sociale i fiumi di intercettazioni sfuggiti al Tribunale e pubblicati nelle pagine crotonesi de "Il Quotidiano del Sud" che, inoltre, circolavano liberamente nelle strade, in una campagna denigratoria iniziata ancor prima della chiusura di quelle indagini che avrebbero potuto invalidare. Come si ricorderà, uno dei primi atti della nuova Amministrazione comunale è stata la costituzione di parte civile del Municipio nel processo "Sistema Petilia" mentre la stessa decisione non è stata presa per il processo "Eleo". Quasii che supposti reati amministrativi fossero più gravi dell' infiltrazione mafiosa nella Cittadina del Crotonese ormai cristalizzata dal processo partito dalle indagini della Dia di Catanzaro. "Sei un amico di Amedeo Nicolazzi", è ancora oggi la risposta più frequente nei social e nelle strade a chi non ne condivide operato e scelte politiche.
Francesco Rizza
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