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Piccoli, grandi, scempi a Petilia Policastro. Tutto va bene, madama la Marchesa?


Compito di una Amministrazione comunale, particolarmente in un comune come Petilia Policastro che negli scorsi decenni ha subito un devastante scempio architettonico figlio dell'abbusivismo consentito in un' anomia generalizzata, dovrebbe essere quella di "coccolare" gli angoli più caratteristici del centro storico rimasti più o meno intatti nel corso dei decenni. Particolarmente in una realtà come quella di Petilia Policastro che da poco più di due anni ha un'età media degli Amministratori fra le più basse in Provincia ed un' alta scolarizzazione che dovrebbe essere d'aiuto nella gestione della cosa pubblica, con una  particolare attenzione al poco bello esistente. 
Dopo le toppe di catrame con cui sono stati ricoperte ampie buche che si erano create nelle strade cittadine, l'ennesimo intervento antiestetico è stato realizzato nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di San Nicola Pontefice, un tempo  chiesa madre della cittadina dell'alto Marchesato crotonese. Realizzata al tempo del sindaco Dionigi Fera, la nuova pavimentazione  era stata abbellita attraverso la sostituzione dell'asfalto con dei sampietrini ed alcune fasce di marmo che ricalcavano  l'ombra proiettata dalla facciata della  chiesa sul piazzale. Originariamente sì era pensato di tutelare il nuovo piazzale con una area pedonale in cui le autovetture non avrebbero dovuto avere accesso, ma a distanza di poche settimane anche quest'area era stata restituita alle autovetture  per assecondare il desiderio di alcuni residenti e in punti  si erano creati degli avvallamenti con la rottura dei marmetti e lo sprofondamento dei sanpietrini. L' intervento manutentivo avrebbe dovuto essere quello di sostituire i marmetti rotti e la sistemazione dei sanpietrini, ma ancora una volta si è scelto l'intervento più veloce, preferendo  riempire gli avvallamenti con del cemento  alla faccia dell'estetica. L'insano intervento potrebbe sembrare un'inezia, ma a ben pensare non è così, particolarmente se si paragona la disattenzione petilina verso i propri beni artistici con quelli di alcuni Centri limitrofi, non solo Santa Severina che ormai è diventata un'eccellenza dal punto di vista architettonico ma anche Mesoraca che può contare in un piacevole centro storico pulito,  ordinato e caratteristico. Se questa, a Petilia, è la gestione della cosa pubblica quello che veramente dovrebbe far riflettere è l'incapacità della popolazione di indignarsi ed accettare supinamente questo ed altri interventi amministrativi. La popolazione ha paura di lamentarsi o si è resa che il lamentarsi è perfettamente inutile?
Francesco Rizza 

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