La solidarietà non è reato, neppure in Calabria. Come era prevedibile, è crollato quasi interamente il castello di accuse nei confronti di Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace alla sbarra assieme ad altre 17 persone nell’ambito del processo “Xenia”, nato da un’inchiesta della Guardia di Finanza sul “modello Riace” di accoglienza e inserimento dei migranti.
Ci sono volute circa 7 ore di confronto, ma alla fine i giudici della Corte di Appello di Reggio Calabria hanno condannato l’ex primo cittadino ad un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa, per abuso di ufficio, contro la richiesta della Procura generale di 10 anni e 5 mesi: stravolta completamente, o quasi, la sentenza di primo grado del Tribunale di Locri che gli aveva inflitto 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio per la gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel borgo locrideo in provincia di Reggio Calabria. Non appena la sentenza è stata resa noto, unanime la soddisfazione calabrese che si è registrata in un grosso applauso nel tribunale di Reggio, a Riace dove Lucano ha aspettato la sentenza, ma anche nei social con una marea di messaggi e foto su Facebook. Ad esprimere la propria solidarietà anche Mario Vallone, responsabile regionale dell' Anpi calabrese. "Avevamo commentato - ricorda - con queste parole la sentenza di primo grado e la condanna di Mimmo Lucano, ”Non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno all’operato della magistratura, tanto più in una regione come la Calabria dove malaffare, criminalità, politica corrotta non danno tregua. Tuttavia ci viene davvero difficile accettare come normalità processuale una sentenza spropositata ad oltre tredici anni di carcere per Mimmo Lucano”. Ecco oggi la magistratura calabrese ha stravolto quella brutta sentenza riportando tutto ad una condanna di un solo anno e mezzo per abuso d’ufficio con sospensione della pena. Ne siamo felici perché come abbiamo ribadito in tante occasioni a Riace ci siamo stati e di criminale non c’è mai stato nulla. In quella terra povera si incontrano altri poveri, tanta solidarietà e umanità e un ex sindaco che ha dato tutto se stesso alla causa dei migranti".
Francesco Rizza
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