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Petilia Policastro : anomia, disordine e quel silenzio che fa male


  "Cosa ti piace di più di Petilia?" è stato domandato ad un adolescente arrivato con la famiglia per le ferie agostane. "Che usciti di casa tutti possiamo fare ciò che vogliamo". È questa la sintetica e plastica descrizione di Petilia Policastro,  che abbandonata nella più completa anomia sta morendo lentamente nell'indifferenza totale. Terminato il mese di agosto, tradizionalmente dedicato alle ferie ed al disimpegno, la speranza di una percentuale della popolazione è che si registri una svolta per offrire al Centro cittadino ed alle sue Frazioni non la luna nel pozzo, ma quella normalità rappresenta anche da una maggiore pulizia delle strade, almeno le principali, abbandonate al proprio degrado. Da più mesi, infatti, l'impressione generalizzata  che si registra nella cittadina dell'alto Marchesato crotonese è che tutto sia stato abbandonato al degrado, con il controllo del Centro abitato sfuggito agli uffici comunali. Dalle fogne a cielo aperto abbandonate a se stesse da più mesi nel quartiere di Paternise  lungo la strada che porta al  santuario della Sacra Spina a quelle che scorgono indisturbate alle sterpaglie che rivestono un'ampia percentuale delle strade comunali, ai sampietrini saltati in piazza Filottete e dinnanzi alla chiesa di San Nicola Pontefice che nessuno ha minimamente pensato di rimettere al proprio posto ed ai rifiuti solido urbani, particolarmente gli ingombranti, che nessuno raccoglie da circa un anno, è ormai quasi emergenza sanitaria in ampie percentuali del territorio abitato mentre le strade che dovrebbero raggiungere le periferie ed i Comuni limitrofi sono una sommatoria di buche che rendono difficoltoso il transito delle autovetture. Lo stesso asfalto che avrebbe dovuto migliorare la viabilità nelle scorse settimane non ha risolto granché una situazione da troppo tempo abbandonata a sé stessa mentre secondo alcune voci, sarebbero state migliorare alcune strade private. Quello che però fa più male è il silenzio assordante della popolazione e della cosiddetta società civile, dalle Associazioni culturali e di volontariato un tempo fiore all'occhiello per Petilia, ai pochi partiti organizzati ed alle organizzazioni sindacali che, svolgendo semplicemente attività di patronato certamente importante in una realtà critica come il Marchesato crotonese, hanno abdicato agli altri propri ruoli.
 Per esempio, contrariamente a quello che sarebbe successo qualche anno fa, nessuna Organizzazione cittadina ha sentito la necessità di esprimere il proprio disgusto su quell'algoritmo che, secondo la vulgata accettata da gran parte della popolazione, ha consentito all'Amministrazione comunale di esprimere a nome proprio e dell'intera popolazione la solidarietà ad un uomo di 'ndrangheta, coinvolto nell' omicidio di Lea Garofalo, morto suicida nel carcere "Opera" di Milano. A poco più di un mese dall'accaduto, le uniche prese di posizione sono state quelle del Pd, di Fdi e dell'Anpi provinciale, mentre a livello locale nessuna voce ha sentito la necessità di dire la propria. Ecco dunque che il degrado di un territorio abbandonato a sé stesso, in cui fino a tarda ora le motociclette scorazzano indisturbate nelle strade cittadine sempre più vuote a tutte le ore, l'ultimo incidente è avvenuto nella serata di domenica quando un "centauro" dopo essere finito su un'autovettura è stato trasportato nell'ospedale di Crotone, rischia di sembrare il minore dei problemi in una realtà abbandonata a sé stessa, dove "usciti di casa tutti possiamo fare ciò che vogliamo". 
Francesco Rizza 

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