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Svolti a Camellino di Petilia Policastro i funerali di Rosario Curcio. Era all'ergastolo per l'omicidio di Lea Garofalo.

 

Fiori lanciati dai balconi, palloncini bianchi lasciati volare, un grande striscione con sopra scritto "Bentornato a Casa" e numerosi manifesti di solidarietà, compreso quello della Amministrazione comunale del sindaco Simone Saporito. C'erano molte persone in via Ciclamini a Camellino, frazione di Petilia Policastro, la mattina dell'11 luglio ad aspettare il ritorno a casa del feretro di Rosario Curcio di 47 anni morto nel Policlinico di Milano lo scorso 29 giugno, dopo aver tentato il suicidio nel carcere "Opera". Implicato nell'omicidio di Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia ed ormai icona nazionale originaria di Pagliarelle, avvenuto il 24 novembre 2009  Rosario Curcio era stato condannato all’ergastolo nel 2014 e da allora stava scontando la propria pena nel carcere di massima pena.
 Con Curcio erano stati condannati al massimo della pena l’ex marito della donna e mandante dell’assassinio, Carlo Cosco, il fratello Vito detto Sergio e Massimo Sabatino; 25 anni era stata, invece, la condanna per Carmine Venturino, che tra primo e secondo grado del processo, aveva contribuito a far ritrovare in un tombino i duemila frammenti ossei di Lea con una confessione  che, a detta dei giudici,  in alcuni punti non era del tutto attendibile. Rosario cui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era toccato il compito di sciogliere il cadavere di Lea, era stato arrestato il 18 ottobre 2010. 
Francesco Rizza                                                                                    

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