Petilia Policastro : "Arrocco di Stato" per il sindaco Simone Saporito sul manifesto di solidarietà a Rosario Curcio. La vicenda sarà portata in Consiglio comunale?
Mentre i Consiglieri comunali ed i partiti politici locali tacciono ( i comunicati stampa del Pd e di Fdi portano le firme dei segretari provinciali rispettivamente Leo Barberio e Michele De Simone) i manifesti di solidarietà da parte dell'Amministrazione comunale per la morte di Rosario Curcio hanno assunto rilevanza nazionale, non solo per la diffusione della notizia battuta per la prima volta da questo blog e rilanciata da vari giornali a rilevanza nazionale, ma anche per le prese di posizione bypartisan che si sono già registrate in ambito nazionale e regionale. Uno dei primi interventi è quello di Wanda Ferro, esponente di prima linea del centro destra calabrese, parlamentare nelle fila di "Fratelli D'Italia" che, da sottosegretario all'Interno, ha stigmatizzato l'accaduto.
"L’iniziativa del Sindaco di Petilia Policastro - ha scritto la Ferro - di partecipare a nome dell’Amministrazione comunale al lutto per la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo è inaccettabile. La mafia vive di simboli, e i manifesti funebri fatti affiggere dal sindaco rappresentano un inchino delle istituzioni alla memoria di Rosario Curcio, condannato all’ergastolo in via definitiva per aver partecipato all’omicidio e alla distruzione del cadavere di Lea, punita per essersi ribellata ad un destino di ‘ndrangheta. No, Lea Garofalo e l’uomo che bruciò il suo corpo per farlo sparire non sono uguali, neppure davanti alla morte. Chi rappresenta le istituzioni deve scegliere sempre da quale parte stare. Il sindaco ha mostrato di scegliere la parte sbagliata”. Dello stesso tenore il comunicato stampa di Vincenza Rando, responsabile "legalità" per il Partito Democratico e avvocato difensore di Denise, la figlia di Lea, nel processo contro la morte della mamma, secondo cui " il ricordo e la memoria di Lea Garofalo non possono essere offesi. Mi chiedo se esiste ancora un’etica della responsabilità nella politica e a maggior ragione in chi amministra una comunità. È ingiustificabile - prosegue la parlamentare - che un sindaco e un’amministrazione possano partecipare, nella qualità di rappresentanti istituzionali, al dolore per la morte di una persona che ha partecipato a un omicidio ed è stato tra gli artefici di una delle storie più dolorose e atroci del nostro Paese". Nel turbinìo di reazioni, mentre si aspetta la presa di posizione della Provincia di Crotone del presidente Sergio Ferrari e dell'unico periodico policastrese iscritto al Tribunale che ancora non ha raccontato la vicenda nel proprio portale online, non si è fatta attendere la presa di posizione di Roberto Occhiuto, presidente della regione Calabria, che ha espresso il proprio pensiero su Twitter.
“L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastroche ha voluto commemorare con un manifesto funebre a nome dell’amministrazione comunale la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo - per Occhiuto - è indecente. Le istituzioni non devono dimenticare, la ‘ndrangheta va sempre isolata”. Nonostante alcune iniziative in favore di Lea Garofalo si siano registrate dall'inizio della nuova Amministrazione comunale, l'attenzione comunale a determinate tematiche appare a molti sotto traccia. Basta pensare che dall'inizio della nuova consiliatura è stata abolita l'iniziativa della "Giornata del Coraggio Femminile" che si era svolta per sette edizioni consecutive e che, ideata dall'ex sindaco Amedeo Nicolazzi, aveva dato rilevanza nazionale non solo a Lea ma a tutte le donne rese note dal loro coraggio. Un altro elemento, staccato da questa storia, ma a nostro parere sintomatico della volontà di non disturbare determinati ambienti di qualcosa la decisione dell' attuale Amministrazione comunale di costituirsi "parte civile" nel processo "Sistema Petilia", mentre non si è sentita analoga necessità per il processo "Eleo" relativo al controllo dei villaggi silani di Cotronei da parte della 'ndrangheta.
Francesco Rizza
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