"Il Sindaco di Petilia deve dimettersi" : lo scrive Leo Barberio segretario provinciale del Pd per la solidarietà per la morte di Rosario Curcio. Comunicati stampa anche di Fdi e di "Libera" di Milano.
Dall'Ansa a "La Repubblica" e a "Il Giorno" ed a gran parte dei giornali regionali, Petilia Policastro alla ribalta per la solidarietà dell'Amministrazione comunale del sindaco Simone Saporito alla famiglia Curcio, all'ergastolo per il truce omicidio di Lea Garofalo. A tenere banco le dichiarazioni del primo Cittadino a Paolo De Chiara, scrittore e giornalista molisano che, da più anni, segue la storia della collaboratrice di giustizia di Petilia Policastro anche nel portale "Wordnews.it".
"Da quando è scoppiata la pandemia - ha spiegato Saporito - come Amministrazione comunale abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo”. Accordo per il quale, la pubblicazione dei manifesti di solidarietà da parte del Municipio avviene automaticamente e probabilmente all'insaputa degli Amministratori locali, ma questa fragile spiegazione, come quella per la quale tutti i morti sono uguali, appare fragilissima ed assumerebbe una certa gravità. Non a caso i Carabinieri della Stazione di Petilia Policastro avrebbero fotografato in piazza Filottete i vari manifesti di solidarietà. Mentre anche sui social, almeno per il momento, sia la maggioranza di "Petilia Rinasce" che la minoranza di "Insieme per Petilia" tacciono, unico intervento della politica locale sulla vicenda è quella di Leo Barberio segretario della Federazione provinciale del Partito Democratico di Crotone. "Apprendo dalla stampa - scrive Barberio - che il sindaco con l’amministrazione comunale di Petilia Policastro ha con un manifesto espresso vicinanza e dolore per la scomparsa di di un soggetto già condannato per efferati crimini commessi in passato che hanno recato sdegno nell’intera comunità nazionale. La provincia di Crotone non merita amministratori che gettano discredito sull’intera Regione. A nome di tutta la comunità Democratica Crotonese e Calabrese chiedo le immediate dimissioni del sindaco e della giunta comunale".
A stigmatizzare il manifesto anche il coordinamento provinciale Fratelli D'Italia. "Il manifesto di vicinanza al dolore della famiglia per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo, fatto dall'Amministrazione comunale di Petilia Policastro - si legge in un comunicato stampa - andava evitato in modo categorico e senza alcun tentennamento.. La prassi che per ogni morto il Comune di Petilia faccia un manifesto, non può essere una giustificazione. La pietas cristiana impone rispetto per ogni morto, ma in questo caso prevale il rispetto per Lea Garofalo. Lo stesso Sindaco ha definito opinabile la sua scelta. E così è. In realtà difficili come le nostre - scrive Michele De Simone - chi ha ruoli deve essere d'esempio, e non può in alcun caso lasciare dubbi rispetto ad una condanna ferma a tutto ciò che abbia odore di ndrangheta. Ma alla condanna a parole debbono poi seguire azioni e comportamenti coerenti e consequenziali. E in questo caso coerenza avrebbe imposto di non esprimere un cordoglio pubblico.La vicenda non può essere ridimensionata e non può ridursi a giustificazioni varie perché questo territorio e soprattutto Petilia Policastro merita altro. Tutto ciò deve portare ad una riflessione seria dell’intera Amministrazione, che in toto deve assumersi le proprie responsabilità, che non possono essere derubricate a semplici giustificazioni del tipo "lo facciamo con tutti". La vicenda è grave e non può essere sottaciuta in alcun modo". Ad intervenire sul tema anche "Libera" di Milano con un comunicato stampa. "Avendo appreso dalla stampa della decisione del Comune di Petilia Policastro di manifestare pubblicamente il proprio cordoglio per la morte di Rosario Curcio, condannato in via definitiva per l'omicidio di Lea Garofalo, il coordinamento di "Libera" di Milano esprime il proprio sconcerto per il gesto con cui un'amministrazione pubblica offende la memoria di Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa a Milano il 24 novembre 2009. Nel rispetto di chiunque scelga di togliersi la vita, troviamo offensivo per la memoria di Lea Garofalo, a cui anche la città di Milano ha reso onore con un funerale civile e per l'eredità che la sua memoria consegna a tutti noi, che le Istituzioni concedano una affissione pubblica a chi è stato condannato in via definitiva per il suo omicidio ".
Francesco Rizza
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