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Il manifesto del Comune policastrese per Rosario Curcio sarà attenzionato al Governo con un'interrogazione parlamentare.

L' onorevole Stefania Ascari, del Movimento Cinque Stelle, è pronta a presentare in Parlamento un'interrogazione sui funerali di Rosario Curcio e sulla solidarietà dell'Amministrazione comunale. Lo scrive Paolo De Chiara sul proprio portale  WordNews.it in cui sta seguendo l'evolversi dell'intricata vicenda che, qualora ce ne fosse stato bisogno, sta rendendo ancora più rovente l'estate policastrese. Componente della Commissione Antimafia, la Ascari ritiene che ciò che è accaduto a Petilia Policastro, "è  un fatto gravissimo, di una gravità veramente forte. Da parte delle istituzioni, e in quel caso da parte di un sindaco, dare pubblicamente un messaggio di vicinanza a un mafioso, perché noi parliamo di un mafioso condannato per un omicidio di mafia brutale, è una vergogna che va a sfregiare quella che è la lotta al contrasto della mafia. Ma, soprattutto, va a offendere la memoria di una mamma, di una donna che non c'è più, che è Lea Garofalo, un simbolo di lotta alla mafia". 
 A più giorni dall'accaduto, non convincono le spiegazioni del sindaco Simone Saporito che, pur scusandosi dell'accaduto, prima ha provato a giustificarsi evidenziando dapprima che l'Amministrazione comunale esprime la solidarietà a tutti i funerali e poi tentando di scaricare la responsabilità del manifesto sull'Agenzia funebre che aveva pubblicato ed affisso il manifesto di lutto. E se nonostante i vari inviti, il primo Cittadino policastrese non sembra intenzionato a dimettersi, non intende dimettersi neppure la assessore Francesca Berardi che, come attesta un filmato, ha preso parte ai funerali di Curcio. "Dal punto di vista culturale - sottolinea la Parlamentare pentastellata - c'è tantissimo da fare perché, purtroppo, la mafia è sempre più liquida e c’è sempre più bisogno di strumenti di contrasto. E se noi dalle istituzioni lanciamo degli esempi, non lanciando dei simboli di legalità, noi non facciamo altro che creare il caos e, soprattutto, andiamo a normalizzare la mafia. Se esprimo vicinanza a un uomo che ha ucciso vado a normalizzare quello che ha compiuto. Culturalmente è la morte della legalità". 
Francesco Rizza 

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