Ci sono persone che, per un breve ma intenso tratto, hanno illuminato la nostra vita e mancano tantissimo al territorio dove hanno vissuto ed operato con passione. Era il luglio del 2019 quando moriva, a soli 42 anni, Fabio Bernardi: dottore in filosofia, musicista ed animatore culturale che particolarmente con la musica e l'impegno politico e culturale era impegnato a fare più bella la sua Roccabernarda. Fra i fondatori dell' "Arci Pagania" era impegnato ad offrire momenti di confronto politico e sociale in gran parte dei comuni dell'Alto Marchesato. Incontrarlo e rimanere affascinato per la sua umiltà e la profondità del suo pensiero era quasi la stessa cosa. "Le Parole di Fabio", autostampato da qualche settimana dalla sua made Rosa Locanto, è una raccolta di suoi scritti che, pur essendo filtrati attraverso l'affetto di una madre, hanno la capacità di restituircelo in tutta la sua freschezza e profondità. "Ciò che rendeva Fabio veramente unico - osserva Antonia Riccio prefrattice della miscellanea - era la sua autenticità. Era un'anima ribelle, che non si accontentava delle convenzioni imposte dalla società. Era un Pensatore libero, ache amava mettere in discussione le idee preconfezionate e cercare la bellezza in ogni angolo della vita. Era un uomo profondo, che sapeva cogliere l'essenza delle persone e delle cose".
Dall'evoluzione sociale di un Meridione in movimento, alla politica non solo nazionale, ad una società dai tanti limiti e quell'umanità nonostante tutto bella sono i temi che, nelle pagine di Fabio Bernardi ritornano di più. Fra le stelle polari che indicavano il suo cammino Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini, tema di alcune nostre conversazioni che hanno lasciato proprie tracce nella mia emotività affiorano spesso in un periscopio di sensazioni. Che direbbe della nostra quotidianità, adesso che venti di guerra attraversano l'Europa che non vede altra autodifesa possibile oltre alle armi? Ad essere fisicamente qui, Ne siamo sicuri, Fabio avrebbe abbracciato la propria chitarra ed avrebbe scritto una canzone. Probabilmente in quel dialetto rocchisano che tanto amava. Di Fabio ci è capitato di parlare tante volte, davanti ad un panino ed una birra, altre volte ascoltando una chitarra, emozionandoci sempre. Leggere "Le Parole di Fabio" è una sensazione altra, perché non occorre chiudere gli occhi per vederlo apparire o scomparire con la chitarra a tracollo ed il suo sorriso contagioso. Ecco perché siamo un po' tutti grati a Rosa di avercelo regalato un'altra volta. Con la necessità di organizzare qualcosa per ricordarlo, emozionarci e parlare di lui.
Francesco Rizza
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