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Crotone: sentenza di primo grado per il processo "Sistema Petilia".


"Giustizia politica è stata fatta". Con un post su Facebook, esprime la propria amarezza per la sentenza, in primo grado, Amedeo Nicolazzi  già sindaco di Petilia Policastro condannato nel processo "Sistema Petilia" che, iniziato nell'aprile 2021, dopo una lunga girandola di rinvii si è concluso con una condanna a sei anni per l'ex primo Cittadino. Condanne anche per tutti gli indagati con pene che vanno dai due anni e 10 mesi ad appena 2 mesi. "Sicuramente - chiosa - non potevano fare diversamente, tanti sono stati i danni provocati. Ne mi aspettavo nulla di diverso dal Tribunale di Crotone. Ma vorrei tranquillizzare qualcuno, sono serenissimo. Gli altri gradi di giudizio ristabiliranno la verità. A partire dai pacchi, dove già un primo giudice aveva riconosciuto la mia estraneità ed oggi mi trovo nuovamente tirato dentro. Aspettiamo inoltre le motivazioni per capire come 5 litri di olio sono stati trasformati in omissione atti d’ufficio. Non vado oltre che è meglio. Almeno è stata ristabilita la verità che non c'è stata nessuna concusione e nessuna violenza". Stupore anche gli avvocati del collegio difensivo di Amedeo Nicolazzi. "Siamo rimasti sorpresi - scrivono - dalla decisione del tribunale di Crotone perché riteniamo che le prove raccolte e la corretta interpretazione delle norme giuridiche non potevano che condurre all’assoluzione del nostro assistito da tutti i reati contestati. Basta considerare – affermano gli avvocati Cesare Placanica, Vincenzo Ioppoli e Vincenzo Cardone – che è stato ritenuto sussistente il peculato che era stato escluso già dal gip. In ogni caso il tribunale ha riconosciuto che non vi è stata alcuna concussione e che quindi non vi è stata alcuna costrizione della persona offesa mediante l’abuso della posizione di sindaco da parte del Nicolazzi ed infatti il reato è stato riqualificato in tentata induzione indebita, considerando altresì che la correlata ipotesi di violenza sesssuale, mediante l’abuso di qualità di sindaco, è stata esclusa tanto che il fatto è stato riqualificato nell’ipotesi di minore gravità. In ogni caso proporremo appello e siamo fiduciosi che questa sentenza sarà riformata”.
L'impressione che la sentenza abbia un sapore politico è quella condivisa da ampi strati della popolazione cittadina. Fra le altre cose, in molti, ancora oggi, ricordano lo stillicidio di intercettazioni allegramente pubblicate, al di là di ogni deontologia e senza nessuna reazione da parte del Tribunale.   Grazie  a qualche informatore annidato negli uffici giudiziari ad un giornalista  è stato concesso lungamente di pubblicare le stesse intercettazioni quando 
le indagini non erano concluse e potevano essere imficiate dalla pubblicazione di ampi stralci delle registrazioni di atti che in quella fase del processo dovevano essere ancora segretate. Fra le condanne che, adesso, dovranno essere valutate nei successivi gradi di appello cui, evidentemente, gli indagati si avvarranno anche una accusa di corruzione in atti giudiziari che la Cassazione ha da tempo riqualificato in "abuso d’ufficio". Reato che nel frattempo, è stato cancellato dal Codice penale. In una cittadina che, da troppo tempo vive uno scontro fra fazioni da guerra civile, se queste sono le novità in ambito processuale, in ambito politico fanno riflettere ed addirittura rabbrividire i ritardi in Parlamento relativamente alla discussione di due interrogazioni parlamentari presentate dalla parlamentare pentastellata Stefania Ascari. La prima è stata presentata da oltre 13 mesi relativamente alla solidarietà della nuova Amministrazione comunale ad un mafioso all'ergastolo per mafia morto suicida nel carcere milanese "Opera". La seconda, presentata nello scorso giugno relativamente ad alcuni incarichi sotto quota ad amici e cugini degli attuali Amministratori locali. Per accuse di questo genere, in alcuni Comuni sono stati sciolti i Consigli comunali, per Petilia Policastro non si è nemmeno registrata la risposta dei Ministri competenti. Con il dubbio, in molti, che esistano per gli attuali Amministratori protezioni cui, veramente, non vorremmo credere. Evidentemente, come riconosceva la Ascari, ancor prima che la Maggistratura , dovrebbe essere la politica a rispondere. Perché "lo Stato deve dimostrare di esserci e di non voltarsi dall’altra parte, altrimenti un vuoto in termini di presenza significherà acuire la disaffezione di cittadini già afflitti dalla ‘ndrangheta e dalla pochezza della mala politica”.
Francesco Rizza 

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