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Tutto pronto, a Mesoraca, per la festa settenale dell'Ecce Homo.

 

Per la festa settenale dell'Ecce Homo si prevede un tale afflusso di fedeli che l'Amministrazione comunale del sindaco Annibale Parise, eletto per il secondo incarico nello scorso mese di giugno, ha assunto per un mese e tre giorni quattro nuovi vigili urbani, attraverso una segnalazione pubblica ed una apposita commissionegiudicatrice. Questa scelta, si apprende dalla pagina socoal del Municipio mesorachese "si è resa necessaria per fronteggiare al meglio l' arrivo massiccio e straordinario di nostri concittadini in occasione della festa settennale in onore del SS.Ecce Homo. E per godere al meglio questo importante evento religioso, che richiamerà sicuramente un enorme afflusso di persone provenienti dal resto della Calabria, chiediamo ai nostri concittadini la massima collaborazione circa l'uso dei propri automezzi". Venendo al programma dei festeggiamenti, si apprende che la predicazione è stata affidata a padre Giuseppe Guffini dell'Ordine Francescano dell'Osservanza e guardiano del convento della flagellazione di Gerusalemme, mentre per giorno 8 è prevista la presenza di mons. Raffaele Angelo Panzetta, arcivescovo di Crotone e Santa Severina. Il solenne pontificale di giorno 15 agosto, invece, è stato affidato a mons. Rodolfo Cateroni, vescovo emerito di Grosseto. 
La festa settenale dell'Ecce Homo è uno degli avvenimenti religiosi più sentiti non solo di Mesoraca, ma dell'Arcidiocesi di Crotone e Santa Severina e della Calabria mediana. Il millenario santuario mesorachese è l'unica presenza francescana nella provincia crotonese, dopo che nei decenni scorsi il santuario della Sacra Spina di Petilia è stato affidato all'Arcidiocesi ed attualmente gestito dalla Comunità Mariana delle Cinque Pietre, mentre il convento santuario di Cutro che ospita un'altra scultura di frate Umile da Petralia raffigurante il Crocefisso è gestito da un paio di anni ad alcuni sacerdoti diocesani. Proprio questi tre Santuari francescani nel Marchesato Crotonese, dal punto di vista antropologico, rappresentato il cosiddetto "triangolo del sangue" essendo stati dedicati alla passione del Cristo nel XVI secolo. 
Francesco Rizza 

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