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Petilia, il patrocinio "dimenticato" dell'Immacolata, Santino Cardamone e le Bancarelle di Natale.



In attesa della pubblicazione da parte dell' Amministrazione comunale del programma dei festeggiamenti natalizi, l'unica data al momento certa è secondo alcune voci quella del 26 quando  in piazza Filottete si svolgerà un concerto di Santino Cardamone mentre il 9 dicembre in piazza San Francesco da Paola ritorneranno, a cura della Proloco"Perseo", le bancarelle natalizie, avviati nelle parrocchie gli appuntamenti religiosi. 

Nella parrocchia di San Nicola Pontefice  di Petilia centro retta dai Missionari Ardorini ed in quella di San Giuseppe di Foresta guidata da don Pasquale Marrazzo sono iniziate le novene in onore dell' Immacolata, mentre nella parrocchia di Santa Maria Maggiore guidata da don Giuseppe Marra si svolgerà un triduo di preghiera in onore di Santa Lucia che avrà il proprio culmine in una visita di mons. Angelo Panzetta, arcivescovo di Crotone e Santa Severina, che impartirà la cresima ad alcuni giovani. Per quanto riguarda il passato, una notizia poco nota ed ormai dimenticata è che nel XVIII l' Immacolata era stata dichiarata patrona della Città di Policastro.
 Il documento attestante questo celeste patrocinio è riportato nel saggio “il Santuario dell’ Ecce Homo, cronologia di una memoria” curato da Francesco Spinelli ed edito nel gennaio 2012. Era il 3 aprile 1744 e neppure due settimane erano passate dal terremoto del 21 marzo. Allora, nel corso di una pubblica manifestazione svolta nella piazza policastrese “il sindaco del popolo Domenico Bona, affiancato dai consiglieri dei nobili Pier Antonio Ferrari, Lorenzo Martino, Antonio Rocca e Gregorio Rosa e da numerosi sacerdoti chiesero al notaio Marcello Martino di redigere un documento ufficiale con cui la Madonna Immacolata fosse dichiarata “patrona” della cittadina dell’ Alto Marchesato crotonese”.  I presenti, scrive Martino, “asseriscono spontaneamente in nostra presenza come essendosi l’onnipotente Dio giustamente sdegnato dei nostri peccati, causa per la quale vi sono state in questa passata città continue scosse di terremoto che l’hanno ridotta in stato pur troppo lacrimevole e dette scosse tuttavia si vanno ancora sentendo, segno evidentissimo di non essersi ancora placata l’ira di Dio, atteso che le preghiere ed orazioni fatte da tutti i cittadini non sono state esaudite, onde si sta’ col timore subissati dal terremoto per causa dei nostri peccati, la Madonna Immacolata viene nominata “protettrice e padrona della cittadina del Marchesato crotonese”. In quella giornata, i  Policastresi i si obbligarono “con giuramento in nome e per parte di detta Università di celebrare in ogni anno la sua santa festa con quella pompa e decoro che li conviene, erogando in ogni anno per detta festa dell’Immacolata Concezione ducati sei da spendersi con l’intervento delli reverendi parrochi di questa suddetta città e procedere alla detta festa e proprio il giorno della vigilia della medesima a digiuno di pane ed acqua o pane e vino secondo la compensassione di cadauno cittadino”. Qualora i sei ducati non fossero bastati a dare dignità alla festa mariana, continua il diploma, “essi del reverendo clero si obbligano con giuramento “tacto pectore” di celebrare in detta festa gratis tanto la Messa cantata quando il Vespro ed intervenire tutti alla processione, siccome le due Confraternite”. Come si sia potuta perdere la memoria del patrocinio mariano di Petiliia Policastro  non è facile capirlo. Una spiegazione  verosimile  potrebbe essere collegata al fatto che nello stesso documento la festa patronale dell’Immacolata era assegnata alla chiesa di Santa Caterina, una delle chiese scomparse nel corso dei secoli dal centro storico petilino.
Francesco Rizza 

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