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L'alto Crotonese in protesta contro la discarica di Scala Coeli. Dopo lo sversamento nel fiume del pergolato, il Comune di Crucoli vuole censire i pozzi.


Sono passate un paio di settimane dalla rottura, a Scala Celi, della tubatura della discarica e dal copioso pergolato che è finito nel fiume Nicà ed il comune di Crucoli corre ai ripari. Mentre i Carabinieri forestali di Rossano hanno sequestrato l'impianto  di proprietà della Bieco srl per capire cosa sia successo, l'Amministrazione comunale di Crucoli ha chiesto ai propri agricoltori di comunicare  l'esistenza di pozzi nelle proprie aziende per permettere ad Arpacal di effettuare un monitoraggio sulla qualità delle acque e verificare eventuali contaminazioni. Nell'avviso è richiesto anche di comunicare al Comune di Crucoli “l’ubicazione dei pozzi autorizzati ed eventualmente anche dei punti di prelievo delle acque non ancora autorizzati o controllati”. 
Intanto, oggi 6 luglio è prevista nel pomeriggio una manifestazione di protesta è stata organizzata dal circolo Legambiente Nicà, a cui dovrebbero prendere parte agricoltori, allevatori, associazioni del territorio e cittadini. Prevista anche la presenza dei sindaci del comprensorio e delle autorità politiche, ai quali è stato esteso l’invito. Sempre per la giornata di oggi il dipartimento territorio e tutela dell'ambiente della regione ha convocato per le ore 15 un tavolo tecnico al quale sono invitati tra gli altri a partecipare il consorzio di bonifica Ionio crotonese, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sindaci dei comuni coinvolti, i prefetti di Crotone e Cosenza, il procuratore della Repubblica di Castrovillari. Una riunione resasi necessaria, scrive il dirigente generale Salvatore Siviglia, in considerazione del fatto “che per fronteggiare adeguatamente ed in tempi compatibili l'attuale situazione emergenziale, occorre attivare mezzi e poteri straordinari per il conferimento e la gestione operativa delle attività di messa in sicurezza operativa, caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale”.
Francesco Rizza 

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