La Sila e le sue ricchezze. Studiosi dell'Università fiorentina si sono confrontati con il Parco nazionale.
Attenzione alla Sila, ai suoi boschi ed alle sue potenzialità presso il Centro Visite “Cupone” che ha ospitato il workshop “Metodi innovativi: la diversità genetica come strumento per una gestione sostenibile sotto cambiamenti climatici”. Si è trattato di un interessante approfondimento dedicato, alla salvaguardia e alla custodia del patrimonio forestale, ma anche alla gestione sostenibile dello stesso, in un’ottica di prevenzione, legata ai repentini cambiamenti climatici. La Sila, l’Italia, insieme agli altri partner, Slovenia e Croazia, al centro del progetto internazionale “LIFE SySTEMiC”. Mentre l'estate impazza con le sue alte temperature, specialisti provenienti dall'università di Firenze hanno invitato la Calabria, i suoi abitanti e le istituzioni a guardare con una maggiore attenzione alle mille potenzialità del l'Altopiano calabrese.
A moderare i lavori e a dare il benvenuto a tutti gli ospiti nazionali e internazionali, il Presidente dell’Ente Parco, Francesco Curcio, il direttore dell’Ente Parco Ilario Treccosti è Giuseppe Luzzi, responsabile , della “Gestione e Conservazione dei Sistemi Naturali e Tutela della Biodiversità". Sono, quindi, stati sviscerato i dati del progetto di studio. Per la prof.ssa Donatella Paffetti dell’Università di Firenze, che ritiene che per l’Italia la Sila rappresenta un qualcosa di importanza strategica in termini di variabilità genetica e potrebbe essere un hotspot perfetto. “Grazie alla collaborazione avviata col Parco della Sila - ha sottolineato il prof. Davide Travaglini dell’Università di Firenze - abbiamo aggiunto quattro ulteriori siti di studio: Paleparto, Golia-Corvo, Cerviolo, Vallone- Cecita, analizzando quale può essere l’effetto della gestione sulla struttura di questi boschi. In questi siti abbiamo raccolto una serie di dati, legati alla caratterizzazione e alla struttura della foresta. Spunti e studi utili per il futuro per capire come adattare i futuri interventi e la gestione dei boschi”. Per queste peculiarità, i boschi silani e le pinete vanno guardate con una particolare attenzione. Lo ha sottolineato Francesco Iovino dell’Accademia di Scienze Forestali secondo cui "pinete sono una peculiarità del territorio silano, formazioni che caratterizzano il paesaggio forestale silano e rappresentano una risorsa economica e sociale. Si rende necessaria una gestione che guardi a forme innovative in grado di tutelare e valorizzare il patrimonio rurale e forestale, tramite azioni integrate e sinergiche per valorizzare le peculiarità del territorio silano”. Nel pomeriggio, il programma è continuato con alcuni sopralluoghi che hanno consentito ai partecipanti l'opportunità di acquisire la conoscenza di ciò che la Sila è e potrebbe essere per lo sviluppo turistico dell'intera Regione.
Francesco Rizza
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